Gianluca Monti - giornalista e comunicatore.

Porte aperte e cancelli da sbarrare

Napoli porte aperte, ma non al San Paolo! Bello, bellissimo l’entusiasmo di Dimaro e soprattutto l’aspetto romantico che lega ancora il Napoli ai suoi tifosi: bravo, bravissimo, il club a tenere aperte le porte del campo di Carciato durante le sedute di allenamento ed a favorire in ogni modo il contatto tra i protagonisti ed i sostenitori che si sono arrampicati fino in Trentino.

Davvero un bel modo di iniziare la stagione, tra l’altro in controtendenza con altre società – vedi Inter – che (complice Conte) hanno trasformato i propri ritiri in bunker inaccessibili. Nel calcio non ci si inventa nulla o quasi e comunque meglio lavorare circondati da gente festante che da soli componenti dello staff tecnico o da droni pronti a sottolineare ogni errore e non magari ad applaudire un gesto tecnico.
Il fenomeno Dimaro meriterebbe l’esportazione, nel senso che sarebbe auspicabile sentire il Napoli più vicino…a Napoli, dove invece la squadra si isola, la società è lontana e non c’è neppure una sede in città. Si fantastica su qualche seduta di allenamento al San Paolo, un po’ vintage ma comunque affascinante ma prima c’è da risolvere la questione dello stadio: è assurdo che si discuta di convenzione senza prima aver risolto il contenzioso in essere – e non risolto legalmente ma con i bonifici di quanto dovuto dal Napoli! Un inquilino moroso va costretto a pagare, senza se e senza ma. Per fortuna lo ha spiegato anche chi di dovere costringendo ora il Comune a fare retromarcia ed emendamenti. Prima di aprire le porte anche al San Paolo c’è bisogno di “pagare moneta”, altrimenti che le porte di Fuorigrotta restino pure sbarrate, e non solo per gli allenamenti.
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