Gianluca Monti - giornalista e comunicatore.

Napoli Femminile, dimmi dove e quando

 E poi ci sono loro, le ragazze del Napoli Femminile che ambiscono alla promozione in Serie A e sono “esuli” da inizio stagione a Casamarciano, vicino Nola, perché in tutta la città capoluogo della nostra regione non c’è uno stadio, un campo, in grado di ospitarne le gesta. Per la Serie B il presidente Carlino, insieme ai suoi soci, ha attrezzato una squadra importante e non avrebbe certamente pensato di dover “emigrare”, invece tra strutture pubbliche e private manca sempre qualcosa: il campo per destinazione, il doppio ingresso, la tribuna ospiti separata da quella per i locali, il manto erboso sintetico omologato, il Tulps. Un vero e proprio groviglio dal quale la speranza è riuscire ad uscire in tempo per la Serie A, da disputare assolutamente a Napoli perché il Napoli Femminile non può dimorare altrove (nonostante la splendida ospitalità ricevuta a Casamarciano). Il sogno è il Collana, ma di sogno appunto si tratta a momento, una prospettiva è il Caduti di Brema, ma mancano ancora le autorizzazioni.

Una vicenda paradossale se si pensa allo sviluppo del “femminile” in Italia, al fatto che Napoli ha appena ospitato le Universiadi ed al progetto che sottende ai risultati della squadra guidata da mister Marino che è in piena lotta promozione ed ha dunque nel mirino il campionato di Serie A nel quale affronterebbe Juventus, Milan, Inter e le altre grandi storiche del nostro calcio. “Ci siamo dati uno statuto particolare – spiega il presidente Lello Carlino -, siamo un club ad azionariato diffuso. Più di venti soci, tutti imprenditori napoletani, che eleggono un presidente – il cui incarico è per un tempo determinato – ed un consiglio di amministrazione. Dunque, il Napoli Femminile è aperto alla città ed in città intende giocare le sue gare ufficiali, ma al momento siamo impossibilitati a farlo e chissà per quanto lo saremo ancora”. Nessun intento polemico, ma lo spirito propositivo di chi sogna anche una cittadella del calcio al femminile, da costruire magari a Pozzuoli (dove potrebbe essere spostato il centro dell’attività per consentire a tutte le squadre giovanili, dalla Primavera ai primi calci, di insistere sullo stesso campo). “Senza strutture non c’è futuro – continua Carlino -, abbiamo visitato quelle della Juventus, constatato le differenze che ci sono e proveremo a colmarle”. Il club a breve ha in programma anche una visita in Francia, al Lione, per prendere spunto, provare a rubare qualche segreto e poi tradurlo in “napoletano”. Il sostegno, però, deve arrivare dalle Istituzioni o anche dai privati che hanno in gestione gli stadi: servono manti erbosi all’altezza della Serie A femminile, impianti accoglienti e sicuri per un pubblico di famiglie come quello del calcio femminile. L’appuntamento per il prossimo anno è alle 14.39 del sabato, in Serie A, ma non è dato sapere dove.

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