Gianluca Monti - giornalista e comunicatore.

Le porte chiuse e i suoi…Decibel

Come un brutto sogno, che però ti svegli al mattino e non ricordi di aver fatto. Potremmo dire che Daniele “Decibel” Bellini sta vivendo così questa pandemia che poi rappresenta anche un periodo sospeso tra una partita e l’altra. Lui, l’ugola del San Paolo, prova ad immaginare quello che sarà: lo stadio vuoto, le porte chiuse, il disagio di avvertire soltanto le voci del campo e il rumore del pallone, di dover rinunciare a quella gente che lo accompagna al momento di annunciare le formazioni o – meglio ancora – festeggiare un gol del Napoli. Questo brutto sogno Daniele quasi lo ha già archiviato prima ancora di svegliarsi: “Purtroppo andrà così, spero per il più breve tempo possibile, ma io proprio non riesco a viverla diversamente. Faccio finta che siamo in una sosta estiva, di quelle che mi tengono lontano dal San Paolo due o tre mesi ma che poi finiscono è tutto torna come prima”. Questa volta sarà tutto diverso, Decibel lo sa ma in qualche modo spera che le cose possano ancora cambiare: “Non ci voglio pensare allo stadio vuoto, a cosa significherebbe per tutti noi recitare in un teatro senza pubblico. Spero sempre che quando torneremo a Fuorigrotta potrà esserci anche la gente, magari non i 50.000 delle grandi occasioni ma almeno una piccola percentuale di pubblico che possa mantenere il distanziamento sociale, entrare allo stadio senza fare file che potrebbero essere veicolo di contagio, insomma avere meno gente del solito ma comunque il supporto della tifoseria”.

Parla come un calciatore perché per uno speaker “sentire” la gente è fondamentale, rappresenta quella adrenalina, quella carica, che ti permette di rendere al meglio. “Siamo tutti portati a dare qualcosa in più, noi che siamo in campo, quando vediamo migliaia di persone assiepate sugli spalti. È l’emozione che mi auguro di rivivere al più presto”

Servirà però di sicuro un po’ di tempo, non è dato sapere quanto, ed allora quel suo “dialogare con il pubblico”, quel botta e risposta al momento di scandire i nomi degli azzurri dovrà essere necessariamente rimandato a data da destinatari. Daniele sta cercando di farsene una ragione, anzi di immaginare come arrivare ugualmente al cuore dei tifosi. Trasformare il calcio di “plastica” delle porte chiuse in emozioni autentiche: “Qualcosa mi inventerò, ci inventeremo anche con il Napoli, attraverso i social per non perdere il feeling con la gente che si è venuto a creare nel corso di questi anni, chissà magari riusciremo a trasformare ogni singola casa in un piccolo stadio”. Passare in pratica dal virtuale al reale, non è semplice e non sarà facile specie in questo periodo in cui il silenzio sembra farla da padrone ovunque. Però, è questa la missione che Daniele Decibel Bellini si è dato è vile portare a termine. Del resto, già suoi suoi profili sta facendo “rumore” permettendo ai tifosi di riascoltare le esultanze del San Paolo – con la sua voce a fare da cassa di risonanza – in occasione dei gol più belli e significativi realizzati da Mertens e compagni nella storia recente. Adesso, l’impresa più ardua sarà provare ad “accorciare” le distanze tra chi sarà davanti alla tv e chi ovviamente avrà l’onere ma anche l’onore di essere nel ristretto gruppo di persone presenti allo stadio. “Tutto quello che è passione va alimentato – conclude lo speaker del San Paolo -, non possiamo tacere le emozioni e quindi a me spetterà provare a farle vivere ugualmente mettendo in connessione chi è in campo con chi sarà costretto ad esultare da casa”.

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