Gianluca Monti - giornalista e comunicatore.

La mia lei è del…1922

Proprio strani questi due tipi di “Momenti Azzurri”, Dino Alinei e Giuseppe Montanino. Proprio strani perché del Napoli hanno fatto una ragione di vita, però a modo loro.
C’è chi il Napoli se lo tatua sulla pelle e chi – come loro – lo vive nella propria quotidianità. I due però lo interpretano come fosse “ieri, oggi e domani”: insomma, Napoli da sempre e Napoli per sempre. Non è semplice mania di collezionismo, è vero amore al punto da arrivare a 36.000 cimeli (TRENTASEIMILA…così ci capiamo meglio) e a rivisitare la storia del club di cui sono “malati”.
Una storia che hanno fatto scoprire – non me ne vogliono – a chi volutamente l’ha ignorata per anni anche e soprattutto grazie ad una ormai celebre mostra al MANN dove hanno esposto una minima – ma proprio minima – parte dei loro (dei nostri – perché i ricordi sono di tutti coloro che hanno tifato e tifano Napoli) memorabilia.
Roba stravagante, roba intrigante, roba pazzesca come i costi sostenuti per accaparrarsi tutto questo materiale. Pazzesco è anche il fatto che sia “nascosto” perché Alinei e Montanino ed i loro Momenti Azzurri non trovano (ancora) uno spazio consono per ospitare quello che non sarebbe solo il Museo del Napoli o del calcio a Napoli ma uno “spazio-racconto” su Napoli dal 1906 a oggi, anzi a domani e sempre.
Dal 1906 perché è allora che è nato il Naples, primo club cittadino che poi si è fuso con il successivo Internazionale Napoli dando vita nel…1922 all’Internaples che nel 1926 ha solo cambiato denominazione in A.C. Napoli. Nessun nuovo statuto, stessa squadra ma altro nome: insomma, il Napoli va retrodatato al 1922 e addio – per loro, e da ieri anche per me –  allo storico primo agosto 1926.
Mi hanno convinto nel corso di un convegno cui mi hanno invitato a Roccaraso, che per entrambi è una seconda patria, dal titolo “Il calcio a Napoli, dal Mandracchio al Vomero”. Hanno realizzato un filmato lungo e commovente per spiegare che il Napoli – quello che ha vissuto fino al 2004 e poi è resuscitato – è nato nel 1922. Ci hanno raccontato e fatto vivere aneddoti che non appartengono neppure alla loro epoca ma ne sono quei “Momenti Azzurri” che avrebbero davvero bisogno di essere raccontati anche – e soprattutto – a chi oggi ha perso la passione per la maglia.
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