Gianluca Monti - giornalista e comunicatore.

Imprescindibile, altro che marchette

Catenaccio e contropiede, il marchio di fabbrica del Napoli di Gattuso è questo, lo si è capito contro Cagliari, Brescia e Barcellona. Palleggio spesso lento e stucchevole in attesa della giocata del fuoriclasse contro le prime due, grande corsa, densità e abnegazione contro Messi e compagni. Adesso bisogna trovare gli interpreti giusti per valorizzare questa strategia e contemperarla nel modo giusto con le qualità dei singoli quando le avversarie saranno provinciali. In porta Ospina ha un senso come regista arretrato quando ti vengono a prendere in alto, dietro quei quattro (più Hysaj ed in attesa di Koulibaly) sono inamovibili mentre in mezzo Demme fa bene lo schermo e meno il play ma se devi costruire ci sono Fabian e Zielinski e se devi pressare c’è Allan. Elmas è un jolly prezioso mentre davanti, paradossalmente, hai scelte limitate: Callejon – che non è nel suo miglior periodo è avanti su Politano, Insigne non si tocca perché “capitano coraggioso” (se sbaglia la rivuole sempre) e soprattutto tra Mertens e Milik c’è un mondo di differenza. Altro che marchette in Cina…

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