Gianluca Monti - giornalista e comunicatore.

Il giornale del bar: ritorno al futuro

Il caffè o il cappuccino, il cornetto o la brioche. Torneranno, da soli o magari in coppia. Non tornerà più il giornale, quello che al bar – non solo al “bar sport” – veniva consumato da tanti, quasi da tutti. Quando ero piccolo mi dicevano sempre che “ogni giornale comprato lo leggono almeno tre persone”, io al bar ho sempre visto quel giornale in mano a decine di persone. Lo sbirciavi se non lo avevi in mano sperando di essere il più rapido di tutti nell’impossessartene quando l’avventore precedente aveva finito di dare uno sguardo e passava il turno.  Un tempo sui banconi d’appoggio dei bar di giornali ce n’erano sempre almeno due, uno dei quali almeno era sportivo, poi ne è rimasto quasi ovunque uno solo ma il suo fascino – il fascino del giornale da bar – è rimasto inalterato. Uno spicchio tu e uno spicchio l’altro, come dividere il cornetto. E poi, magari, il desiderio di condividere anche due chiacchiere rispetto a quanto appena letto, di sapere “il Napoli che fa, chi compra. Ma davvero quello ne ho letto…”. Adesso, con il distanziamento sociale e gli ingressi scaglionati i giornali scompariranno da quei banconi d’appoggio: chi metterebbe oggi le mani, anzi i guanti, su quelle superfici e chi toccherebbe qualcosa che è passato tra mille mani sconosciute? Nessuno, purtroppo. 

Ed allora, cari bar ma soprattutto cari editori che lottate con Telegram e con le copie che cadono a picco (mentre dovreste pensare alla qualità del prodotto), attrezzatevi: vendete i giornali nel bar, magari in offerta con caffè, cornetto, cappuccino o brioche. A ciascun avventore il suo, se lo desidera. Il giornale del bar non esisterà più, potrebbero esistere i giornali da comprare al bar (visto che le edicole stanno scomparendo). Lo prendi e te lo porti dietro: non passerà più di mano – almeno per un po’ – ma non passerà di moda.

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