Gianluca Monti - giornalista e comunicatore.

Ieri, oggi e domani…

Ieri, oggi e domani: il Napoli ha tre problemi diversi che minano le certezze di tifosi e addetti ai lavori convinti che questa squadra e questo club fossero diventati maturi per certi traguardi.
Ieri, quando i risultati arrivavano copiosi, Aurelio De Laurentiis avrebbe dovuto strutturare la società per evitare questo tutti contro tutti che onestamente testimonia la mancanza totale di figure che abbiano potere decisionale dentro lo spogliatoi e fuori dallo stesso. Non servivano chissà quanto dirigenti, serve dare loro autonomia: le cose di campo le risolve Giuntoli, quelle fuori dal campo (dall’aspetto mediatico fino al “gestionale” dovrebbero spettare ad un’altra figura che mai è stata identificata, non certo al buon Edo che non fa il manager di calcio e di questo – almeno di questo – non gliene possiamo fare una colpa).
Oggi Ancelotti sta facendo male: la squadra è il suo “specchio”, si accende a tratti ed è priva di motivazioni feroci e di identità. Cambia e ricambia talvolta Carletto trova l’intuizione giusta ma spesso toglie riferimento ai suoi, che sono anche palesemente stanchi di vedersi mettere spesso in posizioni di campo diverse con compiti che si modificano e non appaiono chiesto. Il medico ti chiede come stai, non come stavi: questo Ancelotti non è quello di qualche anno fa.
Domani sarà un’altra squadra: la rivoluzione dolce non ha pagato (far fuori i senatori poco alla volta – da Reina ad Albiol passando per Hamsik), ora tutti invocano la “testa” di Allan, Callejon, Mertens e poi magari anche di Insigne e Koulibaly. Sicuri che il Napoli saprà sostituirli degnamente? Lì si gioca la partita del futuro.
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