Gianluca Monti - giornalista e comunicatore.

Ho imparato a perdere, grazie a te

Essere stato contemporaneo di Maradona, Jordan e Federer rappresenta una grande fortuna. Tutti noi abbiamo tratto da loro emozioni ma anche insegnamenti di vita, abbiamo imparato come si vince (con talento e abnegazione…perché quando si allenava D10S lo faceva come nessun altro) ma soprattutto come si perde.

Roger lo ha spiegato al mondo a Wimbledon, a quasi 38 anni, al quinto set: si perde così, quando sei lì che sembri averla vinta. Non si perde di schianto ma lottando, risalendo la china e accettando che l’altro abbia avuto la meglio nel momento decisivo.

Si perde facendo meglio in senso assoluto (più punti) e senza versare lacrime, guardando il rivale festeggiare e pensando che sarebbe potuto/dovuto toccare a te. Si perde perché la vita è come il tennis e non il tennis come la vita: non esiste il pareggio e allora devi giocartela sapendo cosa rischi. Grazie Federer, grazie MJ per quell’ultimo tiro che prendevi sempre tu, grazie Diego perché ci hai resi più umani quando hai perso per un rigore inesistente (Mondiale ‘90) di quando da marziano hai vinto da solo (Mondiale ‘86). Fare l’elogio della sconfitta serve a migliorarci, sempre.
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