Gianluca Monti - giornalista e comunicatore.

Giornalista sportivo/comunicatore – sempre meglio che lavorare.


L’uomo delle donne…

È stata la Lega di C a ricordare al mondo social la prima partita di calcio femminile della storia ed ai più questo messaggio è peso quasi un virtuale passaggio di consegne tra un mondo in grande difficoltà, quale appunto quello della Serie C, ed un mondo in grande espansione quale invece quello del pallone delle donne.

Lello Carlino, attuale presidente del Napoli Femminile ma già presidente dell’Ischia proprio in Serie C, ha conosciuto entrambe le metà della mela e si è fatto un’idea precisa del perché, almeno attualmente, un investimento “in rosa” ha maggior senso rispetto ad una terza serie. “Il professionismo, che è una legittima ambizione del calcio femminile, va però reso sostenibile, quello della Serie C oggi è l’esatto opposto. I presidenti dei club si dissanguano senza la possibilità di grandi introiti per pagare non solo i tesserati ma tutti gli oneri fiscali e previdenziali che pesano come un macigno sulle spalle di qualsiasi club, anche quelli delle città più popolose o con maggiore tradizione calcistica”. Già perché un tempo il calcio si faceva anche per una “visibilità interessata” che garantiva all’imprenditore di turno, nel suo ruolo di presidente, di avere una importante riconoscibilità sul proprio territorio di appartenenza. Oggi non è poi così perché anche il pubblico più affezionato si è in realtà allontanato dalla C per via dello “spezzatino” delle partite e dell’overdose di calcio in tv. “Con lo stesso budget con il quale sei protagonista in Serie A Femminile puntando magari ad entrare tra le prime cinque squadre d’Italia non riesci neppure a vincere il campionato di C – spiega Carlino – perché tra l’altro una sola promozione diretta per girone è davvero troppo poco. Il rischio di non poter durare a lungo è dietro l’angolo. Invece, nel femminile puoi coinvolgere – come abbiamo fatto con il Napoli Femminile – molti imprenditori perché non hanno paura di vedersi bussare alla porta di faccendieri, procuratori senza scrupoli o calciatori alla ricerca dell’ultimo contratto”.  Già perché anche i valori hanno un peso specifico dal punto di vista economico: “Le ragazze che giocano a calcio – chiosa Carlino – stanno vivendo un sogno, i calciatori che sono in C quel sogno lo hanno realizzato a metà ed ora badano solo a guadagnare il più possibile”.

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