Gianluca Monti - giornalista e comunicatore.

Totò ed il film di Natale del Napoli

Il calcio è la più grande livella sociale che esista: ieri ho visto gente piangere al gol del 2-1 del Napoli che, certamente, non è il più importante della storia azzurra. Hanno esultato tutti, giustamente, come forsennati, lo hanno fatto i tifosi – di ogni ordine e grado – sugli spalti o davanti alla tv.

“Quale Natale, Pasqua o Epifania?”, diceva il Principe de Curtis – in arte Totò. Ieri in casa del Sassuolo, il Napoli ha preso il carbone dalla calza di De Zerbi, ne ha mangiato a dismisura nel primo tempo (il più brutto dal ritorno in A), è morto calcisticamente ed è risorto umanamente ed ora ci si augura che sia rinato. 
Tutto in 90’ nei quali si è visto il peggio assoluto e quindi non è vero che “al peggio non c’è mai fine”. Peggio – è la terza volta che lo scrivo – del primo tempo di ieri è impossibile – anzi peggio (e sono quattro) ci sarebbe stato solo un risultato più giusto è più pesante in favore del Sassuolo.
Poi, vista la morte in faccia il Napoli ha deciso di rianimarsi. Lo ha fatto con ciò di cui dispone attualmente, anima e cuoreed è già qualcosa da ascrivere a merito di Gattuso. Dalla prossima si capirà se è stato Natale (cioè se è nato un nuovo Napoli) ma il germe della risalita in classifica è stato piantato. Come cantava Pino Daniele: “Anema e core is gonna be all right”. Buon Natale a voi.
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